Ente
Vetrerie Modesto Boschi
- Vetrerie Modesto Boschi (altra denominazione di autorità)
Data: 1922 - 1953
- Wikipedia
- Cristallo di Colle Val d'Elsa
- Luoghi di attività
- Luogo:
- Colle Val D' Elsa
- Storia istituzionale
- Le " Vetrerie Modesto Boschi" risultano attive dal 1922 a Colle Val D' Elsa, ove Modesto Boschi aveva rilevato aziende preesistenti. Tra le novità dell'azienda, il massiccio impiego di manodopera femminile per l'impagliatura e l'imballaggio ed una rappresentanza operaia all'interno del Consiglio di Amministrazione. La produzione non aveva rilievo artistico se non negli articoli decorati ed incisi oppure colorati con il metodo della pittura a caldo. Questa era ottenuta dipingendo le decorazioni con ossidi metallici e ricuocendo poi gli oggetti ad una temperatura di oltre 500 gradi. La produzione consisteva anche in vetri ad uso ottico e ad uso industriale e le “Vetrerie” diventarono fornitori, oltre che delle Ferrovie dello Stato, della Marina, dell'Aeronautica e del Ministero della Guerra. Per questo gli operai addetti a determinate lavorazioni godevano dell'esenzione dal servizio militare e furono poi esentati dal partire per la guerra. Nel 1935 la “Boschi” aderisce al “Consorzio Italiano Vetrario” come molte altre aziende del settore del vetro bianco al fine di promuovere la produzione e controllare i prezzi. Nel 1936, il 3 agosto muore il Comm. e Cav. Modesto Boschi, lasciando un'azienda sana dal punto di vista produttivo, ma con una situazione finanziaria pesante. Al termine del conflitto bellico iniziò la produzione di vetro con ossido di piombo in percentuale del 15 per cento, realizzando quindi il primo cristallo al piombo colligiano. Il numero degli addetti passò dai 105 del 1942 ai 650 del 1950.
Le “Vetrerie Operaie Riunite Modesto Boschi” risentirono della crisi nazionale che interessò l'intero settore del vetro; inoltre la crisi delle “Vetrerie Boschi” fu acuita dalla mancanza di un ammodernamento degli impianti, dalla presenza di commistioni politiche (preoccupate di garantire ed assicurare comunque occupazione) e di amministratori che avevano interessi anche in altre aziende e che “pescavano” a piene mani nelle risorse aziendali. Nonostante l'ingresso degli operai negli organi di gestione aziendale, le “Vetrerie Boschi” si videro costrette a chiudere i battenti nel 1953.