Ente
FNLE Federazione Nazionale Lavoratori Energia
- Storia istituzionale
- da https://archiviodocumenti.cgiltoscana.it/files/archivio_fidae_fnle.pdf
Nel 1977 a Rimini, dal 21 al 23 aprile, dopo lo scioglimento delle precedenti federazioni, la FIDAE, la FIDAG, Federazione Italiana Dipendenti Aziende Gas, e la FILDA, Federazione Italiana Lavoratori Dipendenti Acquedotti, si costituisce la FNLE, Federazione Nazionale Lavoratori Energia, nella quale si fondono le federazioni citate.
Particolare attenzione fu posta durante il Congresso di Rimini alle strutture della nuova federazione, che dovevano tener conto delle differenze esistenti tra i diversi comparti. I settori del gas e dell’acqua, diversamente da quello degli elettrici, non erano presenti in tutto il territorio nazionale, sia a causa del mancato sviluppo della metanizzazione nel Meridione e dei centri minori, sia perché molti acquedottisti erano organizzati nel sindacato degli Enti locali. Inoltre le caratteristiche aziendali dei settori gas ed acqua, per lo più piccole e medie aziende, non avevano sempre consentito al sindacato di organizzare la propria presenza in tutte le unità produttive.
Lo statuto della nuova federazione prevedeva l’elezione da parte del Congresso Nazionale del Comitato Centrale, quest’ultimo eleggeva tra i suoi membri il Segretario Generale e la Segreteria Nazionale, organo esecutivo; era inoltre previsto un Consiglio Nazionale, con funzioni consultive, composto anche dai Segretari generali regionali e da 145 membri ripartiti per regione. Il Comitato Centrale era suddiviso in diverse Commissioni: quella per la tutela della salute, quella assistenza e cultura, quella per la previdenza sociale.
Infine particolare attenzione si era voluta dare alla formazione, potenziando il Centro Studi dell’Impruneta (inaugurato già nel 1968, nel 1990 è diventato Centro studi nazionale della CGIL), in vista del nuovo ruolo che il sindacato si era assunto in materia energetica e di politiche economiche in generale. Il Comitato amministratore del Centro Studi diventava così organo permanente del Comitato Centrale e poco dopo il Congresso, nel giugno del 1977, venivano approvati il nuovo Statuto e il nuovo Regolamento del Centro.
Viene sottolineata l’importanza della struttura regionale (ereditata dalla FIDAE) che si spoglia delle funzioni di gestione diretta dei contratti per diventare invece il punto di riferimento nell’elaborazione dei programmi, centro di formazione, interlocutore politico dell’ente Regione e raccordo tra la CGIL regionale e quella nazionale.
La FNLE aderì per il settore elettrico alla Federazione FNLE-FLAEI-UILSP, per i settori gas ed acqua alla FULGA, Federazione Unitaria Lavoratori Gas Acqua, che comprende FNLE, FLERICA (Federazione Lavoratori Energia, Risorse, Chimica e Affini) e UILSP.
Agli inizi degli anni ‘80 si verificò un peggioramento dei rapporti con l’ENEL, sia a livello centrale sia a livello locale, soprattutto negli incontri sulla ristrutturazione. L’incidente di maggio di Cernobyl aveva inoltre messo in grosso imbarazzo tutte le federazioni di categoria, tradizionalmente schierate su posizioni moderatamente filo-nucleari, posizione riconfermata dalla FNLE durante il Congresso nazionale FNLE che si era svolto poco prima del disastro (aprile 1986). Soltanto l’effettuazione dei referendum popolari del 1987 consentì un cambiamento di rotta su questo tema con il definitivo tramonto del nuclearismo: nel Congresso nazionale dell’anno successivo il nuovo Segretario generale indicò con decisione la necessità di una politica energetica che vincolasse le esigenze di sviluppo economico a quelle della sicurezza ambientale.
- Bibliografia
- Renato Coriasso, Il Sindacato Elettrici della CGIL. Contributi per una storia sociale, Roma 1985.