Inventario
Oggetto
Carmelo Cappello - Ratto delle Sabine
Data: 1945 - 1945
data
Indicazioni sul soggetto
Una figura maschile e una figura femminile entrambe ignude in atteggiamento di lotta.
Questo bronzo datato 1945 fu donato da Bruno Blotto Baldo, probabilmente in concomitanza con la riapertura postbellica nel 1952 del Museo Civico, istituzione cui risultava già appartenere nel 1953 (cfr. D. Formaggio, 1953, senza indicazione di pagina). Sindaco di Biella negli anni Cinquanta, industriale e collezionista, Blotto Baldo donò al Museo un'altra opera importante, la "Marina" di Carrà che era stata esposta alla Biennale di Venezia del '40; egli possedeva nel '53 altre significative opere di Cappello, tra cui "Il freddoloso" del '39, la sua prima opera pienamente matura, e il "Tobiolo" del '41 (ibidem), acquisite in occasione dei lunghi soggiorni biellesi di Cappello negli anni della seconda guerra mondiale. La rappresentazione drammatica del corpo femminile è, nei primi anni Quaranta, al centro degli interessi plastici di Cappello. Vale per le figure avvinghiate e contrapposte del "Ratto" la definizione di "elementare sensualismo mistico" che Dino Formaggio ha coniato nel '53 - nel primo contributo critico d'insieme dedicato allo scultore siciliano - e valgono le notazioni da lui riservate a un'altra opera del '45, "Prostituta": "...contorto animale che fugge la luce, dove pure il dramma (...), ancora pieno di grido, cerca la sua salvezza nel cementarsi dei blocchi volumetrici" (ivi, p. 6). Il "Ratto" è una delle prove più intense della breve stagione espressionista di Cappello, prima che alla Biennale di Venezia del '48 la conoscenza dell'opera di Moore avviasse la sua ricerca sul cammino del superamento della figurazione.