Inventario
Oggetto
Giuseppe Bozzalla - Fra colori e vapori
Data: 1904 - 1904
data
Indicazioni sul soggetto
Tre figure maschili, vasche per la tintura della lana. Abbigliamento popolare. Interno di stabilimento.
Opera di grande impegno, per dimensioni e concezione Pagina 4 di 8 NSC - Notizie storico-critiche pittorica, la grande tela fu presentata a Torino all'esposizione della Promotrice del 1904 ed ebbe l'onore di essere riprodotta nel catalogo; curiosamente nella fotografia si nota che il lavoratore posto all'estrema destra è rappresentato a capo scoperto, diversamente rispetto alla redazione definitiva (Società Promotrice delle Belle Arti, Esposizione 1904. Catalogo illustrato, Torino 1904,n. 33, p. 14). Dopo l'esposizione la tela fu acquistata da Vittorio Emanuele III e trasferita a Roma, al Quirinale, dove rimase fino al referendum istituzionale del 1946 (cfr. Roccavilla A., 1905, p. 77; Ignoto, E' morto il pittore Giuseppe Bozzalla, in G.B. Mostra Commemorativa, Biella, 1974, p. n.n.). Da quel momento se ne perdono le tracce sino all'antologica bi ellese del 1960, dove l'opera fu esposta come proprietà di Rodolfo Caracci o, facoltoso industriale laniero. Con disposizione testamentaria, Caracci o la donò nel 1972, unitamente ad un'altra opera di Bozzalla ("A Messa pri ma"), alla Civica Amministrazione di Biella che si impegnò a destinarla al Museo Civico (A.M.C., Delibera Consiglio Comunale, 5 febbraio 1973, n. 33). La fortuna critica è limitata a brevi menzioni in cui si evoca l'influ enza di Giacomo Grosso, che fu docente di figura del Bozzalla all'accademia Albertina. In effetti tracce del rapporto con Grosso possono essere ravvisate a partire dalla tavolozza, in cui prevalgono toni cupi e sordi, con un effetto quasi monocromatico su cui può aver influito un'opera come la "Cella delle Pazze", esposta alla Promotrice del 1884 (Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea; Marini G.L., Giacomo Grosso, catalogo della mostra, Milano, 1990-1991, pp. 100-101). Il riferimento a Grosso pa re significativo anche in rapporto a scene di interni, quali "Il serraglio delle bestie feroci" (1885, XLVI Promotrice, n. 293) e "La latteria svizz era" (Torino, 1988, XLVII Promotrice, n. 93),purtroppo note solo per riproduzione fotografica (cfr. Marini G.L., ibidem, pp. 131-135). Del tutto svincolata da Grosso appare invece la scelta del soggetto, che denota un'apertura moderna e antiaccademica verso le tematiche di ispirazione sociale. Si tratta infatti di una realistica interpretazione del lavoro legato alla tintura delle stoffe, procedura che B ozzalla conosceva direttamente essendo figlio di un industriale tessile. L a scena, priva di concessioni descrittive, è impostata con taglio quasi fotografico e appare come il risultato di una ricerca rigorosa, in sintonia con il dibattito che si svolgeva su riviste d'arte quali "La Triennale" (cfr. Lessona M., La questione sociale e la pittura simbolista, in "La Triennale" 1896, n.6, pp. 43-45). E' perciò legittimo sospettare che alla sua concezione non siano estranee opere di ispirazione umanitaria o legate al mondo del lavoro, a partire dal capolavoro di Pellizza, "Quarto Stato", che Bozzalla ebbe sicuramente modo di vedere a Torino alla Promotrice del 1902 (Milano, Galleria Civica d'Arte Moderna) o come "Macchine sotto pressione", presentato da Pietro Selvatico alla Biennale di Venezia del 1903 (Venezia, Pagina 5 di 8 Galleria d'Arte Moderna, Cà Pesaro). Opere come quest'ultima, e a tal proposito si ricordi anche "La Stazione Centrale di Milano" di Angelo Morbelli (1889; Milano, Galleria Civica d'Arte Moderna), potrebbero aver favorito l'idea della rappresentazione di un ambiente chiuso saturo di vapori , spunto su cui si è incentrata la tela biellese. E' interessante notare che la sensibile ricerca avviata da Bozzalla in "Fra colori e vapori", prosegue con due opere di poco successive: "Il tessitore" (ubicazione ignota) e "I lavoratori del gas" (ubicazione ignota) quest'ultima esposta alla Quadriennale milanese del 1906. A quella data si conclude la breve ma intensa parabola che vede Bozzalla partecipe di una difficile ricerca volta alla rappresentazione degli aspetti umili della società contemporanea. Tutto ciò appare significativo per una migliore comprensione delle fasi iniziali delle sue attività, impegnata in una direzione di ricerca che da lì a poco egli abbandonerà a favore di un interesse pressochè esclusivo per il paesaggio.