Inventario
Oggetto
Ambito veneto - Sogno di S. Giuseppe
Data: 1690 - 1710
analisi stilistica
Indicazioni sul soggetto
La scena è ambientata in un interno con pareti grigie e una piccola finestra a lato. A destra su una panca è seduto, leggermente reclinato, S. Giuseppe assopito. Porta una tunica grigia e un mantello giallo sulle spalle. Accanto a lui sono raffigurate una pialla e una sega. Sulla sinistra, in atto di parlare, un angelo è rivolto verso il Santo: spiccano lo sbuffo bianco della manica orlata di pizzo, e il fermaglio con pietra che assicura in vita il drappo rosso.
Come le altre opere appartenenti alla collezione Masserano, il dipinto fu alloggiato nei locali dell'Istituto Professionale "Q. Sella" di Biella prima dell'aprile del 1921 ed è poi pervenuto in deposito al Museo Civico fra il 1939 e il 1942. Nell' elenco dei quadri provenienti dalla donazione, redatto dall'avvocato Ettore Pistono nel 1942, l'opera viene registrata al n. 68 come "Sogno di S. Giuseppe " e valutata lire 1200. La tela ha subito un restauro recente, segnalato dalla schedatura del 1980, a cura della Regione Piemonte, che precisava "restaurato recentemente dal pittore brasiliano Gregori". Il dipinto pare giocato soprattutto sul chiaroscuro e sull 'uso della luce, come si può vedere nel viso del Santo, di un realismo quasi caricaturale, nella marcata ombra proiettata sul muro e nella figura dell'angelo illuminata dal biancore dello sbuffo della manica. All'area lombarda fanno pensare gli ampi e ben segnati panneggi, così come i tratti prima evidenziati paiono denotare una sensibilità al caravaggismo lombardo da parte dell'autore, che sembra per altro vicino a certi esempi e modelli della pittura genovese, e in particolare di Bartolomeo Biscaino e Stefano Magnasco. L'angelo sulla sinistra, in special modo, richiama certi "tipi" iconografici riscontrabili nell'uno e nell'altro pittore (si confrontino il David e le figure rispettivamente del "Trionfo di David", Novi Ligure collezione privata, del Magnasco e del "Mosè salvato dalle acque" del Biscaino, Genova collezione Bruzzo). Di buona qualità, l'opera in base a tali considerazioni potrebbe essere riferita ad un autore influenzato dalla pittura genovese, operante con tutta probabilità tra fine Seicento e primi decenni del secolo successivo.