Inventario
Oggetto
Ambito lombardo-piemontese - Cardinale Guido Ferrero
Data: 1600 ca. - 1650 ca.
analisi stilistica
Indicazioni sul soggetto
Il personaggio, con la barba bruna e in abiti cardinalizi, è ritratto seduto su fondo scuro, rivolto di tre quarti verso destra. La sedia con braccioli ha le imbottiture tenute da grossi chiodi e ornate da frangia. In alto a sinistra l'iscrizione e lo stemma.
Guido Ferrero (1537 - Roma 1585), figlio di Sebastiano, a sua volta figlio di Gioffredo, il quale era fratello di Giovanni Stefano, fu nominato nel 1560 abate di S. Stefano d'Ivrea. Dal 1562 al 1572 fu vescovo di Vercelli. Nel 1565 fu creato cardinale del titolo di S. Eufemia. Ricoprì la carica di abate di S. Silvestro di Nonantola nel 1572, di S. Pietro di Muleggio nel 1574, di S. Giusto di Susa nel 1575 e di S. Maria di Pinerolo nel 1580. Assieme agli altri due ritratti della stessa serie, il dipinto apparteneva alla collezione Lamarmora (Lettera di P. Torrione del 1970): è quindi quasi certa la sua provenienza dal Palazzo Lamarmora del Piazzo, da dove molti arredi furono dispersi fra gli anni '50 e '60 del nostro secolo. I tre quadri sembrano opera dello stesso ignoto pittore. L'impaginazione della serie di ritratti, con i personaggi in abiti cardinalizi ripresi a tre quarti di figura e seduti, ripropone una tipologia già messa in voga da Raffaello ma ancora in uso all'inizio del Seicento, anche a Roma. Il carattere pittorico dei dipinti, l'uso del chiaroscuro accentuato, la foggia della poltrona ornata da frange e grossi chiodi e la tipologia del pomello terminale concorrono a datarli nella prima metà del Seicento e a riferire la loro esecuzione a un pittore lombardo o a un pittore piemontese di ascendenza lombarda.