Inventario
Oggetto
Ambito lombardo-piemontese - Cardinale Giovanni Stefano Ferrero
Data: 1600 ca. - 1650 ca.
analisi stilistica
Indicazioni sul soggetto
Il personaggio, in abiti cardinalizi, è ritratto seduto su fondo scuro, rivolto di tre quarti verso destra, col volto sbarbato di profilo. La sedia con braccioli ha le imbottiture tenute da grossi chiodi e ornate da frangia. In alto a sinistra l'iscrizione e lo stemma.
Giovanni Stefano Ferrero (Biella 1474 - Roma 1510), figlio di Sebastiano e fratello di Gioffredo, fu creato abate di S. Stefano d'Ivrea nel 1489. Nel 1492 divenne abate di S. Stefano di Vercelli e conservatore dei privilegi dell'Università degli studi di Torino; nel 1499 fu consacrato vescovo di Vercelli, carica che tenne poi a Bologna dal 1502. Fu creato cardinale quello stesso anno, prima di San Vitale, poi dei SS. Sergio e Bacco, quindi di S. Clemente. Dal 1503 fu abate di Staffarda e dal 1509 vescovo di Vercelli. Assieme agli altri due ritratti della stessa serie, il dipinto apparteneva alla collezione Lamarmora (Lettera di P. Torrione del 1970): è quindi quasi certa la sua provenienza dal Palazzo Lamarmora del Piazzo, da dove molti arredi furono dispersi fra gli anni '50 e '60 del nostro secolo. I tre quadri sembrano opera dello stesso ignoto pittore: la diversa resa fisiognomica è imputabile alla scelta del profilo, certamente derivato dall'antichità del ritratto utilizzato come modello. L'impaginazione della serie di ritratti, con i personaggi in abiti cardinalizi ripresi a tre quarti di figura e seduti, ripropone una tipologia già messa in voga da Raffaello ma ancora in uso all'inizio del Seicento, anche a Roma. Il carattere pittorico dei dipinti, l'uso del chiaroscuro accentuato, la foggia della poltrona ornata da frange e grossi chiodi e la tipologia del pomello terminale concorrono a datarli nella prima metà del Seicento e a riferire la loro esecuzione a un pittore lombardo o a un pittore piemontese di ascendenza lombarda.