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Intervista a Giovanni Caligaris
Caligaris Giovanni “Esule” di Mongrando nato il 12 maggio 1900, antifascista, comunista, confinato, perseguitato politico e partigiano. L’intervista ripercorre le vicende personali di Caligaris a partire dalla sua gioventù socialista per concentrarsi sulla sua intensa attività politica all’interno del Partito Comunista. Dall’intervista emerge come la vita di Caligaris sia profondamente intrecciata con tutti gli avvenimenti storici a lui coevi: di professione decoratore, a Mongrando organizza un gruppo di anarchici per offrire aiuto ai militari in guerra, successivamente va a lavorare in una fabbrica che produce proiettili ma viene denunciato per sabotaggio della produzione di guerra, chiamato alle armi nel 1917 racconta i suoi primi 24 mesi da soldato negli alpini prima a Bollengo poi a Albiano (la sua esperienza di caporale di cucina al fronte poi di caporale decoratore e dopo di caporale del magazzino del mutuo mantenimento). Caligaris racconta poi di essere stato arrestato per propaganda sovversiva diverse volte, di essere stato candidato come rappresentante del partito comunista per il congresso clandestino di Lione del 1926, espatriato e poi espulso dalla Francia, frontaliere clandestino tra Svizzera e Francia, del suo trasferimento a Parigi con duplice impiego per per il partito comunista italiano e francese. Nel 1936 parte in sostegno del popolo spagnolo e combatte la Guerra civile in Spagna. Caligaris descrive dettagliatamente l’organizzazione militare dei combattenti, sottolinea la disorganizzazione della popolazione spagnola, descrive le armi utilizzate e si sofferma su diversi episodi della guerra. A partire dal racconto delle gravi ferite riportate prima per un colpo ricevuto alla testa poi al piede Caligaris si sofferma su alcune battaglie cruciali della guerra per poi arrivare a raccontare la fine della guerra e la sua uscita dalla Spagna nel febbraio del 1939. Internato in un campo di detenzione in Francia (Verne) racconta la dura vita di prigioniero di guerra, delle violenze subite e della condizione demoralizzante della situazione vissuta. Nel 1941 dopo essere stato consegnato ai fascisti e dopo diversi spostamenti si riavvicina a casa a Vercelli per poi essere mandato al confino a Ventotene. Al suo ritorno a casa ricomincia a lavorare ma ben presto si unisce alla Resistenza biellese; Caligaris ricopre il ruolo di commissario politico ma viene arrestato e condannato alla pena capitale dal Tribunale Speciale, racconta dell’organizzazione all’interno del carcere e dei contatti con il partito con progettazione di una fuga dal carcere. Viene liberato dopo 11 mesi senza documenti attraverso uno scambio di prigionieri e si unisce nuovamente alle fila dei partigiani: prima si occupa della scuola di partito poi collabora con il CLN e successivamente il partito lo incarica di organizzare i comitati di azione nelle fabbriche. Racconta di due rastrellamenti in cui riesce a salvarsi. Dopo la Liberazione diventa funzionario di partito e si occupa di politica fino al 1952. Chiede esonero dal partito nel 1952 per problemi di salute. L’intervista si chiude con il racconto degli ultimi anni di lavoro che Caligaris svolge in proprio.
Durante l'intervista Caligaris cita: Antonio Roasio (o Rovasio?), Di Giorgi (?), Anna Pavignano, Rosina Corona, Rossetti Adriano, Marino, Rossetti Giorgina, Rossetti Aurora, Delpiano, Aglietta, Vineis Giovanni, Terracini, Mario Coda, Viana (resp. Partito Comunista per il biellese), Morino Leone, Perrone, Curato “Provera”, Donofrio “Edo”, Piccelli (comandante arditi del popolo a Parma), Locatelli, Pacciati, Longo, Gallio Giovanni, Mietto, Ilio Barontini, Picele, Morino, Mandelli, fratelli Zanotti, Castaldi, colonnello Ragni, Jan Mosca, Bagnasacco, Mosca Giuseppe, Zanada, Catto Felice, Roberto Jean (spia), Bricarello, Maritano, prof. Vigna, Ferrarorri, Barbera, commissario Narducci, Tosca, Becchio Galoppo, Fiorina Aldo, Givone Papalone, dottor Coggiola, Matone, Dino, generale Perotti, Fusi, Giovanni Carsano, Dellavilla, Moro, Siletti, "Gemisto", Sola, Schiapparelli, Martiner, Bigiordi.
All'interno del fondo documentario Luigi Moranino è presente la trascrizione dell'intervista (S 29).
Durante l'intervista Caligaris cita: Antonio Roasio (o Rovasio?), Di Giorgi (?), Anna Pavignano, Rosina Corona, Rossetti Adriano, Marino, Rossetti Giorgina, Rossetti Aurora, Delpiano, Aglietta, Vineis Giovanni, Terracini, Mario Coda, Viana (resp. Partito Comunista per il biellese), Morino Leone, Perrone, Curato “Provera”, Donofrio “Edo”, Piccelli (comandante arditi del popolo a Parma), Locatelli, Pacciati, Longo, Gallio Giovanni, Mietto, Ilio Barontini, Picele, Morino, Mandelli, fratelli Zanotti, Castaldi, colonnello Ragni, Jan Mosca, Bagnasacco, Mosca Giuseppe, Zanada, Catto Felice, Roberto Jean (spia), Bricarello, Maritano, prof. Vigna, Ferrarorri, Barbera, commissario Narducci, Tosca, Becchio Galoppo, Fiorina Aldo, Givone Papalone, dottor Coggiola, Matone, Dino, generale Perotti, Fusi, Giovanni Carsano, Dellavilla, Moro, Siletti, "Gemisto", Sola, Schiapparelli, Martiner, Bigiordi.
All'interno del fondo documentario Luigi Moranino è presente la trascrizione dell'intervista (S 29).