Intervista a Giuseppe Modica "Caino"

Intervista a Modica Giuseppe "Caino", nato l'8 marzo 1920 a Burgio in provincia di Agrigento, che racconta la sua vicenda biografica in qualità di ex-militare sbandato unitosi alle fila della Resistenza biellese nell'autunno 1943. Il racconto delle vicende personali di "Caino", staffetta per i partigiani, incaricato di portare uomini "da una parte all'altra", si intreccia con le vicende storiche della Resistenza biellese di cui racconta alcuni episodi (tra cui l'azione al bivio di Tollegno e alcune azioni di sabotaggio). Dopo la Liberazione "Caino" viene smobilitato a Vercelli dalla 182ª brigata e va a vivere a Chiavazza, mandato al Lanificio Cerruti dall’Anpi e poi da Corino Mongilardi per due/tre mesi nel reparto di finissaggio. "Caino" racconta poi lo strano episodio di cui è protagonista dopo la Liberazione per cui viene arrestato e costretto a latitare per un periodo a causa di una falsa accusa risalente al periodo partigiano. L'intervista si conclude con il racconto di una ferita da arma da fuoco subita e il trasferimento al suo paese di origine nel settembre 1946.
Durante il racconto cita: “Primula”, “Bibi”, Bricarello, Loiodice Felice (Taranto), fratelli Berra, "Quinto", "Grillo", Renato Sasso, "Lungo", Moranino Luigi, "Gaio", "Piccinato", "Santhià", "Marina", "Gavetta", "Biscotti", "Scarincio" Falletti Angelo, "Den", "Alan", Brin (tre australiani), "Cicchettà", "Cuccuzza", "Caciola", "Fudreta", Talpa Nunzio, Nino Banchieri,"Picci", "Riccio", "Molotov", "Rampia", "Studente", "Miseria", "Gavetta", "Moro", "Terribile", "Polenta", "Ilvo", "Paoloski", "Pse Pse", "Renato", "Chicago" Marzocca Nunzio, Corino Mongilardi, "Gamen", "Gatin", Poledro Mario, dottore Castaldi, Moranino Franco, "Puci", Bonaccorso. 
In sottofondo voce femminile non identificata e voce maschile (forse "Walter")