Inventario
Oggetto
Victor Brauner (1903-1966) - Abandonè
Data: 1958
Indicazioni sul soggetto
Montaggio tridimensionale di piani geometrici; sagome stilizzate, ritagliate in negativo dai piani geometrici.
Victor Brauner arrivò a definire la sintassi del suo linguaggio visivo, di cui questo dipinto del 1958 propone un esempio efficace, nei primi anni Quaranta, dopo aver fatto propri e poi superati gli influssi diretti dei maestri della pittura surrealista. Punto di partenza di ogni sua composizione è da quel momento la rappresentazione bidimensionale dello spazio: anche la profondità viene infatti costruita attraverso la disposizione angolata di schermi piatti, mentre le figure perdono ogni spessore per ridursi a silhouettes, che, come nel caso di quest'opera, sono talvolta ritagliate in negativo all'interno degli elementi piani. Alla stilizzazione delle formecorrisponde la regolarità delle campiture cromatiche, coperte da una pati na trasparente di cera che sottolinea il valore magico ed inattuale delle immagini. Convinto che l'arcaismo contenga in sé la chiave delle emozioni, Brauner punta con la sua pittura a riannodare i nessi tra l'immaginario contemporaneo e i miti e le fantasticherie della coscienza primitiva. In qu esta composizione e ne "La clef banche" - formalmente vicinissime anche ne lle dimensioni e realizzate a qualche settimana di distanza l'una dall'altra (cfr. SEMIN Didier,1990, p. 265) - i ritmi regolari e gli schemi geometrici non rispondono ad un intento decorativo, ma allo scopo di proporre "...una mediazione tra la realtà e lo spirito, tra l'evidenza apparente e quella delle emozioni", come ebbe a scrivere Brauner nella presentazione di una sua personale alla Galleria L'Attico di Roma nel 1961.