Inventario
Oggetto
Pittore ispano sardo o ispanico, Angelo annunciante - Vergine annunciata
Data: 1490-1510 ca.
circa, senza data
Indicazioni sul soggetto
Nella tavoletta di sinistra l'angelo annunciante, che regge con la sinistra un cartiglio con iscrizione, è inginocchiato e rivolto verso destra; il fondo dorato è ornato a punzone con foglie e fiori. Nella tavoletta di destra la Vergine, collocata presso un inginocchiatoio sul quale è posato un libro aperto, solleva le mani in segno di sorpresa, contro un cielo azzurro percorso da nuvolette. Entrambe le figure sono provviste di aureola dorata e ornata a punzone.
Le due tavolette dovevano in origine far parte di un polittico, nel quale erano verosimilmente collocate in un ordine superiore, in posizione non attigua, ma separate da altri scomparti. L'importanza e il carattere decorativo della cornice, basata sulla ricchezza dei trafori e delle dorature, sono tipici dell'area mediterranea. Elementi simili presenta ancora il quattrocentesco retablo dovuto al cosiddetto Maestro del Presepio, proveniente da Stampace ma conservato presso la Pinacoteca Nazionale di Cagliari (cfr. Retabli pittorici, 1980, fig. 10 a p. 15). I caratteri fiammingheggianti della pittura, evidenti nella durezza e nella complessità delle pieghe come nel taglio luministico fortemente laterale, hanno motivato un primo erroneo orientamento attributivo verso il nord Europa. La cultura fiamminga, vissuta di riflesso, è in realtà contaminata da esperienze rinascimentali italiane, percepibili ad esempio nell'ampiezza naturalistica del manto della Vergine, con esiti accostabili piuttosto alla pittura sardo-iberica. Un confronto è in particolare istituibile con l'anonimo artista a cui è stato dato dalla critica il nome convenzionale di Maestro di Castelsardo. Si tratta di un pittore, formatosi a contatto con l'arte catalana e con Jaume Huguet, intorno al quale sono state riunite diverse opere presenti in Sardegna e altrove. Benchè le similitudini e la qualità della pittura non siano tali da giustificare proposte attributive convincenti, gli allungamenti delle figure e le fisionomie delle due tavolette del museo di Biella sono accostabili soprattutto al "Retablo di San Pietro", una delle opere più note presenti in Sardegna, eseguito immediatamente prima del 1500 (cfr. Retabli pittorici, 1980, p. 54 e fig. 17 a p. 23).