Inventario
Oggetto
Ambito romano o ligure, Madonna con Bambino e angeli
Data: seconda metà XVII sec.
bibliografia
data attribuita
Indicazioni sul soggetto
Il bambino ignudo è disteso su un cuscino posato su della paglia ed è protetto dalla madre coi lembi del proprio mantello. Egli volge il capo e lo sguardo a destra, verso due angioletti che si protendono verso di lui.
Come le due tavole con l'"Annunciazione" attribuite a Durante Nobili (Inv. N. 45-46) e la "Madonna dei sette dolori" attribuita ad Andrea Celesti (Inv. N. 40), il dipinto fu acquistato da Enrico Guagno ad Ancona. Un'iscrizione attesta, oltre all'anno di acquisizione, il 1903, che la tela era ritenuta dal collezionista opera di "autore ignoto". Al Museo essa pervenne tuttavia con un'attribuzione a "Scuola del Barocci", riferimento ancora condiviso dalla didascalia ufficiale. In seguito il dipinto è stato riprodotto (ma non esposto in mostra) nel catalogo "Musei del Piemonte" (1978, pp. 166-167) con un'attribuzione dubitativa a Carlo Maratta. Il curatore della mostra Giovanni Romano in una lettera al direttore del Museo G. Cavallo (18/9/78) confermava come plausibile "la nuova attribuzione" da lui stesso suggerita, "tanto più se si confronta il dipinto stesso con l'opera catalogata al n. 30 (pp. 116/117): mi sembra addirittura che l'angelo a destra nel quadro di Biella sia quasi un ricalco del S. Giovannino nel dipinto di Vercelli."; e specificava: "il punto interrogativo in catalogo è messo per eccesso di scrupolo". Con una attribuzione secca a Maratta l'opera è citata da Sciolla (1981, nota 25 a p. 16). Il dipinto appare in effetti prossimo alla produzione di Maratta intorno al 1675, e soprattutto, come proposto da Romano, al "Gesù Bambino tra San Giovannino e due cherubini" del Museo Borgogna (C. Bertolotto, in "Musei del Piemonte...", 1978, scheda 30 a p. 116-117). Rispetto a quello però il quadro di Biella mostra un uso più pronunciato degli scorci e una composizione più esplicitamente impostata sulle diagonali. Gli esiti non sono lontani, come è già stato notato, da quelli del genovese a Roma Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccio intorno alla stessa data prima ricordata per Maratta. Nella "Morte di San Francesco Saverio" del 1676 in Sant'Andrea al Quirinale a Roma sono confrontabili col nostro anche il profilo.