Inventario
Documento
Catasto Draghetto
Data: 1599 - 1601
Mancando le prime pagine e non essendo presenti indici e/o descrittori affini, si può supporre che la catastazione cominci da Piazzo (molti dei particolari registrati sono nobili che risiedevano al Piazzo), per poi continuare con i seguenti cantieri: Campile, Vernato, Barazetta, Barazza, Cossila, Burcina, San Cassiano, San Carlo, San Pietro, Santo Stefano Inferiore, Santo Stefano Superiore, Pavignano e Pralungo.
Registro della Magnifica Comunità di Biella fatto per me, Bernardino Dragheto di Pinarolo Agrimensore, cominciato l'anno 1599 et finito del 1601
L’attività di Giovanni e Bernardino Draghetto, padre e figlio, originari di Pinerolo, non si è limitata alla Città di Biella. Quella dei catastali pinerolesi fu una vera e propria campagna di catastazione effettuata, in quello stesso periodo, in altre comunità del Biellese. Sicuramente ad Andorno e Tollegno, ma è possibile che altri comuni si siano rivolti a quei due professionisti per il realizzare il loro catasto. Il lavoro dei Draghetto si distingue da tutti gli altri per l’ordine generale, per la qualità grafica e per la ricercatezza delle rappresentazioni. Dal punto di vista estetico, si può dire che questo registro è il più “bello” in assoluto, con i suoi capilettera istoriati, con i suoi “ritratti” e con le sue “vedute”.
Va segnalata la presenza di un "Quartiero di Cossila", che diventerà un comune autonomo il 14 gennaio 1694 (e lo resterà fino al 1940). E compaiono anche un "Quarterio della Novella", che identificava la zona occidentale del Piazzo, e l'elenco dei proprietari della "Bruzina", cioè della zona della Burcina. Infine, malgrado le indicazioni iniziali, la catastazione del quartiere di Santo Stefano Inferiore fu completata nel 1602 (come indicato dallo stesso agrimensore).
Il catasto Draghetto, cui mancano ben 30 pagine, è stato appena restaurato da Francesco De Pasquale grazie alla generosità di un privato.
La miniatura della pagina 254 introduce il quartiere di San Pietro, ovvero l'area urbana che faceva riferimento al convento di San Pietro, retto dai frati agostiniani, che fu soppresso in epoca napoleonica e oggi costituisce il nucleo più antico dell'Ospedale degli Infermi.
Altre miniature significative sono qui riprodotte. Da segnalare quella di Francesco Pozzo (la "F" con il cacciatore e i suoi cani), del "Capitano per S.A.S." Traiano Gromo, che una lapide (un tempo a Palazzo Oropa, oggi al Piazzo, riprodotta qui a destra) tramanda come "padre della patria" durante la pestilenza del 1599-1600, e di Giovanni Giorgio Ferrero.
Registro della Magnifica Comunità di Biella fatto per me, Bernardino Dragheto di Pinarolo Agrimensore, cominciato l'anno 1599 et finito del 1601
L’attività di Giovanni e Bernardino Draghetto, padre e figlio, originari di Pinerolo, non si è limitata alla Città di Biella. Quella dei catastali pinerolesi fu una vera e propria campagna di catastazione effettuata, in quello stesso periodo, in altre comunità del Biellese. Sicuramente ad Andorno e Tollegno, ma è possibile che altri comuni si siano rivolti a quei due professionisti per il realizzare il loro catasto. Il lavoro dei Draghetto si distingue da tutti gli altri per l’ordine generale, per la qualità grafica e per la ricercatezza delle rappresentazioni. Dal punto di vista estetico, si può dire che questo registro è il più “bello” in assoluto, con i suoi capilettera istoriati, con i suoi “ritratti” e con le sue “vedute”.
Va segnalata la presenza di un "Quartiero di Cossila", che diventerà un comune autonomo il 14 gennaio 1694 (e lo resterà fino al 1940). E compaiono anche un "Quarterio della Novella", che identificava la zona occidentale del Piazzo, e l'elenco dei proprietari della "Bruzina", cioè della zona della Burcina. Infine, malgrado le indicazioni iniziali, la catastazione del quartiere di Santo Stefano Inferiore fu completata nel 1602 (come indicato dallo stesso agrimensore).
Il catasto Draghetto, cui mancano ben 30 pagine, è stato appena restaurato da Francesco De Pasquale grazie alla generosità di un privato.
La miniatura della pagina 254 introduce il quartiere di San Pietro, ovvero l'area urbana che faceva riferimento al convento di San Pietro, retto dai frati agostiniani, che fu soppresso in epoca napoleonica e oggi costituisce il nucleo più antico dell'Ospedale degli Infermi.
Altre miniature significative sono qui riprodotte. Da segnalare quella di Francesco Pozzo (la "F" con il cacciatore e i suoi cani), del "Capitano per S.A.S." Traiano Gromo, che una lapide (un tempo a Palazzo Oropa, oggi al Piazzo, riprodotta qui a destra) tramanda come "padre della patria" durante la pestilenza del 1599-1600, e di Giovanni Giorgio Ferrero.