Inventario
Chiesa di San Francesco d'Assisi | indirizzo
Oggetto
Giorgio De Chirico- Piazza d'Italia
Data: 1950 - post - 1964 - ante
analisi stilistica
Indicazioni sul soggetto
Una statua femminile sdraiata (Arianna) occupa il centro di una piazza delimitata ai lati da due edifici simmetrici con arcate e sullo sfondo da un basso muretto dietro cui si erge una torre e passa una locomotiva. Due figure maschili stanti sono poste a sinistra della statua.
La complessità dei problemi critici e giuridici sollevati dalla produzione di de Chirico successiva al 1945 _x005F_x008f_ stata riassunta in questi termini da Carlo Ludovico Ragghianti: "De Chirico compare, nella vicenda artistica come nella cronaca e nel mondo mercantile, come autore od attore, diretto o indiretto, di riproduzioni o contraffazioni autografe, firmate o no, datate o no, tratte da precedenti opere proprie; di riproduzioni o contraffazioni non autografe, firmate o no, datate o no, di antecedenti opere da lui eseguite" (RAGGHIANTI Carlo Ludovico, 1979, p. 22). Questa situazione lascia in sospeso la questione dell'autografia anche per le opere firmate e autenticate, come il caso della "Piazza d'Italia" già di collezione Lucci, per la quale può tuttavia valere da conferma la presenza ad una rassegna di pittura internazionale tenutasi a Fiuggi nel '64, vivente l'artista. L'opera non compare nel "Catalogo generale Giorgio de Chirico" curato da Claudio Bruni Sakraischik, edito a Milano negli anni 1971-1983 in sette volumi divisi ciascuno in tre tomi, che in realtà un repertorio incompleto e che annovera al suo interno anche un certo numero di opere controverse (cfr. RAGGHIANTI C.L., op. cit., pp. 55-56). Il montaggio straniante di elementi incongrui era stato costitutivo della pratica di de Chirico negli anni Dieci, periodo cui risalgono i prototipi delle "Piazze d'Italia". Negli ultimi decenni della sua carriera l'artista applic˜ questo principio alle sue stesse opere, dando l'avvio ad una nutrita produzione di repliche costruite come puzzles di originali del periodo parigino e ferrarese, sempre esposte polemicamente senza data. In base alla duplice esigenza di estremizzare fino alla provocazione la sua polemica antimodernista e di rispondere alle richieste del mercato, egli giunse cos“ alla produzione seriale di questi dipinti, con conseguente perdita di significato delle iconografie e delle atmosfere del periodo metafisico. Delle "Piazze d'Italia" realizzate nell'ultimo dopoguerra il "catalogo generale" indica molte decine di repliche con parziali varianti, aggiunte, montaggi di elementi, di cui una, datata 1962, presenta nello stesso ordine e a parità di dimensioni tutti i particolari che ricorrono nel dipinto appartenuto a Enrico Lucci ("Piazza d'Italia", olio su tela, cm 30x40, coll. Zodo, Milano, in "Catalogo generale" cit., vol. VII, 1983, n. 1119).