Inventario
Palazzo municipale | indirizzo
Oggetto
Giovanni Carnovali detto il Piccio, Loth e le figlie
Data: 1860
circa, senza data
Indicazioni sul soggetto
Loth e le figlie
Fra i temi biblici trattati da Carnovali, quello di Loth e le figlie ritorna in modo ricorrente. Se ne conoscono infatti varie versioni, tra cui una datata 1872, appartenuta come il nostro dipinto alla collezione Cartotti. L'opera qui considerata è stata esposta alla mostra dedicata a Tranquillo Cremona nel 1938, dove è indicata come appartenente a " dr. Paolo Stramezzi, Crema", e alle due mostre monografiche dedicate all'artista nel 1952 e 1974, dove si è andata precisando un'ipotesi di datazione del dipinto, dapprima riferito al lustro 1855-1860 e quindi assegnato con minore approssimazione al 1860 ca. Nel catalogo del 1974 vengono ricostruiti gli ulteriori passaggi di proprietà del dipinto (Leandro Novati, Cremona; Lorenzo Vecchietti, Milano; Ludovico Cartotti, Lessona) e ne viene data una puntuale lettura critica che ne individua l'impostazione "su uno schema in diagonale, ben idoneo a conferire una violenta dinamicità alla composizione: così si spiega la preferenza che il Piccio accorda, nel suo momento più intensamente romantico, a questo schema, come anche alle tele di "Angelica e Medoro" e ai bozzetti della "Morte di Aminta" (...) Ancor più che in altre versioni note (...) il moto degli affetti è qui potenziato dalla resa pittorica, di rara intensitˆ nella potenza modellante del tocco e nei forti contrasti di colore (prossimi alla "Morte di Virginia" del 1860)" (Rossi F., Lorenzelli B., 1974). Un evidente interesse verso i dipinti di Carnovali che hanno per tema Loth e le figlie è manifestato anche dagli studiosi della Scapigliatura, che individuano alla base della pittura di artisti come Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni proprio quella del Piccio. In particolare l'opera in questione è citata nel libro dedicato a Ranzoni nel 1989 da P. Imbrico, mentre l'altra versione già proprietà Cartotti compare in Quinsa c A.P., 1989.